sospensione naspi

Aggiornamento Naspi febbraio 2023

Sei un percettore di naspi e ti è stata sospesa l’erogazione dell’indennità nel mese di febbraio 2023?

Ti spiego perché:

Entro il 31.01, circa 300.000 disoccupati percettori di Naspi, avrebbero dovuto presentare all’inps la dichiarazione del reddito presunto dell’anno affinchè l’ente stesso potesse verificare la sussistenza dei requisiti per continuare a fruire del diritto a percepire indennità di disoccupazione (Naspi). 

Coloro che al 31.01.2023 non hanno provveduto all’invio della dichiarazione del reddito presunto, si son visti sospendere l’erogazione dell’importo a partire dal mese di febbraio 2023.

L‘inps, tuttavia, ha comunicato che per riprendere l’erogazione dei versamenti, ciascun avente diritto deve presentare il modello NASPI-COM con la dichiarazione del reddito presunto 2023, anche se si presume possa essere pari a zero.

Decadenza o sospensione Naspi

In linea generale, la percezione dell’indennità di disoccupazione (Naspi) decade o si sospende quando si trova un nuovo impiego lavorativo o quando vengono violati determinati comportamenti imposti dalla legge.

Le cause di decadenza e sospensione della naspi sono diverse ma molteplici e comportano l’applicazione di specifiche sanzioni.

Esempi di sospensione della Naspi

  1. qualora il soggetto accetti un contratto di lavoro breve (minore o uguale a 6 mesi), e con un reddito superiore ad € 8.145,00 la naspi viene temporaneamente sospesa per poi riprendere quando il contratto si sarà concluso. (se il reddito percepito dal nuovo impiego, invece, è inferiore ad € 8.145,00, la Naspi non viene sospesa bensì versata in misura ridotta)
  2. Quando il soggetto intraprende un lavoro autonomo o un’attività imprenditoriale per redditi superiori a 4.800,/anno.

(se invece la nuova attività fa registrare redditi inferiori a 4.800€/anno, allora la naspi continuerà ad essere erogata ma di un importo ridotto dell’80%)

In entrambi i casi, è importante sapere che il soggetto deve comunicare all’inps, entro 30 giorni dall’inizio del nuovo lavoro, il reddito presunto dell’anno e soprattutto è fondamentale che il nuovo datore di lavoro non sia lo stesso che abbia fatto scattare precedentemente la naspi nei confronti del soggetto.

Decadenza Naspi

La decadenza Naspi è la perdita del diritto a percepire l’indennità 

Alcuni esempi di decadenza dal diritto:

  1. Il percettore di Naspi che accetta una offerta di lavoro a tempo indeterminato decade dal beneficio in quanto non risulta essere più ‘disoccupato’
  2. il percettore di Naspi che non si presenta agli appuntamenti con il centro per l’impiego per oltre due volte, decade dalla prestazione e dallo stato stesso di disoccupazione.
  3. Il percettore di naspi che si assenta per la seconda volta senza una valida giustificazione dalle attività di orientamento, formative o di riqualificazione, perde lo stato di disoccupazione e dunque il diritto a percepire naspi.
  4. La perdita della naspi è prevista anche per i casi in cui il soggetto rifiuti una offerta di lavoro congrua o inizi una attività di lavoro autonomo senza provvedere alle comunicazioni all’Inps.
  5. Quando si raggiungono i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato, si perde il diritto a percepire l’indennità di Naspi.

Decurtazione e o riduzione della Naspi

Quando si parla di decurtazione o riduzione, si fa riferimento alla riduzione dell’importo percepito.

Esempi di decurtazione/riduzione della Naspi

  1. il percettore di Naspi che non si presenta ai primi due appuntamenti con il centro per l’impiego, subisce la decurtazione di un importo che va dagli 8 ai 30 giorni di prestazione.
  2. Il percettore di naspi che si assenti senza una valida giustificazione dalle attività di orientamento, formative o di riqualificazione, vedrà decurtarsi la naspi per un importo di 30 giorni di prestazione.

E’ importante sapere che la decurtazione della prestazione comporta sia il mancato pagamento delle somme corrispondenti sia il mancato versamento dei contributi figurativi.

Chi può dare le sanzioni?

Le sanzioni nei confronti dei soggetti che violano quanto stabilito dalla legge vengono adottate dal Centro per l’impiego che ne dà comunicazione all’Anpal (agenzia nazionale politiche attive del lavoro) e all’inps ai fini dell’emanazione dei conseguenti provvedimenti e del recupero delle somme indebitamente erogate al soggetto.

Le sanzioni decorrono dal giorno successivo a quello in cui si è verificato l’evento sanzionabile.

Tuttavia, qualora il soggetto ritenga ingiustificata la decurtazione o la decadenza dal sussidio, può presentare all’Anpal ricorso contro il provvedimento del centro per l’impiego entro 30 giorni dalla data di notifica del provvedimento sanzionatorio.

Ripresa della Naspi

Abbiamo visto che l’indennità NASpI viene sospesa, per poi essere ripresa, quando un soggetto disoccupato inizia un nuovo rapporto di lavoro a tempo determinato e inferiore o pari a 6 mesi.

Alla conclusione di questo rapporto, la NASpI sospesa riprende ad essere erogata in automatico. E non è obbligatorio presentare una nuova domanda.In tutti gli altri casi, invece, (come ad esempio contratto medio-lungo termine o indeterminato) la NASpI decade e può riprendere solo se si perde di nuovo e involontariamente il lavoro, essendo però necessario presentare una nuova domanda.

Devi presentare il modello NASPI-COM con la dichiarazione del reddito presunto 2023, anche se pari a zero.

Ci sono diverse cause, come l’accettazione di un contratto di lavoro breve con reddito superiore a 8.145€, l’avvio di un’attività imprenditoriale con redditi superiori a 4.800€/anno e l’inizio di un lavoro autonomo.

Ci sono diverse conseguenze, come la decadenza della Naspi, la decurtazione o la riduzione dell’importo percepito.

La decurtazione prevede la riduzione dell’importo percepito e può essere applicata se il percettore di Naspi non si presenta agli appuntamenti con il centro per l’impiego o si assenta senza una valida giustificazione dalle attività di orientamento.

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